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Startup innovative e franchising, la parola a Paola Perini

Startup innovative, quante e quali

Al 30 settembre 2017 il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ha raggiunto quota 7.854, in aumento di 460 unità rispetto al trimestre precedente (+6,2). Il capitale sociale delle startup, pari complessivamente a 380 milioni di euro, ammonta in media a 48mila euro a impresa, con un lieve decremento rispetto al trimestre precedente (-4,3%), a testimonianza dell’ingresso di un numero significativo di nuove imprese. Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività, il 70,6% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono le specializzazioni: produzione software e consulenza informatica, attività di R&S e attività dei servizi d’informazione), il 19,4% opera nei settori dell’industria in senso stretto (su tutti: fabbricazione di macchinari, fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, fabbricazione di apparecchiature elettriche), mentre il 4% opera nel commercio.

Che c’entra il franchising con le startup innovative?

In questo scenario, la formula del franchising potrebbe giocare un ruolo importante, ma deve farsi conoscere.

IMG:157218:“Mi è capitato diverse volte di lavorare con startup che potevano realizzare la loro più ampia capacità di crescita sviluppando il concept con il franchising”, afferma Paola Perini, business Women &Tech Incubation Expert, socia di Impact Hub Milano, co-working, acceleratore e incubatore per l’innovazione sociale della rete di 108 impact hub a livello mondiale. “Parlo di startup la cui attività preveda, per esempio, formazione e vendita del know how. Dall’altra parte trovo che questa formula imprenditoriale sia ancora poco conosciuta, manca una formazione teorica e pratica. Per esempio, nella gestione degli acquisti, della vendita, della finanza. Credo che le stesse aziende franchisor dovrebbero essere interessate a fare stage formativi ancora prima della stipula del contratto con i franchisee. E quando mi sono trovata nella situazione di dover costruire modelli di rete, per progettare scalabilità e replicabilità, ho fatto fatica a trovare consulenza”. E ancora: “Il franchising può rappresentare un modello potente, soprattutto per attività che in questo momento registrano un trend positivo, come quelle di cura per la persona, salute, benessere, bellezza, anche in chiave socio-sanitaria. Bisogna però fare attenzione a quei franchisor che cercano di scaricare sulla rete alcuni costi con un meccanismo che poi mette il franchisee nelle condizioni di sottopagare le risorse, cioè i dipendenti, generando un impatto sociale negativo”.

“Il franchising può rappresentare un modello potente, soprattutto per attività che in questo momento registrano un trend positivo, come quelle che mettono al centro la persona.”

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