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Il Lavoro ideale? Non più di 25 ore settimanali

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Questo emerge da vari studi, ultimo fra tutti quello del ‘Melbourne Institute of Applied Economic and Social Research‘ che ha rivelato come l’orario ottimale di lavoro sia di 25 ore a settimana, e cioè 3 giorni a settimana, quasi la metà, quindi, dei tipici orari lavorativi che prevedono 40 ore a settimana. Quando si supera questo nuovo “limite” le capacità cognitive calano cedendo il posto allo stress. Le categorie analizzate per evidenziare quanto il troppo lavoro, in realtà, sia sinonimo di lavoro svolto in modo approssimativo, sono la memoria, le capacità linguistiche, la velocità di elaborare le informazioni e la concentrazione. C’è inoltre anche un’altra ricerca, effettuata su di un campione di impiegati inglesi che dimostra come le vere ore di produttività sul posto di lavoro sono, in media, tre ore al giorno. I sudditi di Sua Maestà, Elisabetta II, infatti, rivelano uno spaccato sulla vita d’ufficio fatta di consultazione di social media, sigarette e chiacchiere con i colleghi.

Quale deve essere il lavoro ideale secondo i giapponesi

Essere pagati per non lavorare è il sogno segreto di ognuno di noi, ma in Giappone non è così. Infatti, a febbraio è stato introdotto il Premium Friday che prevede l’uscita dal lavoro alle 15 l’ultimo venerdì del mese, per poter dedicare maggiore tempo alla famiglia e a se stessi. Un miraggio impensabile per un lavoratore tipo, ma, un sondaggio di marzo ha rivelato che l’iniziativa non stava andando affatto bene. Il venerdì pomeriggio libero, infatti, era stato sfruttato da meno del 4% dei nipponici stacanovisti, tanto da spingere alcune delle 130 aziende aderenti al progetto a sborsare bonus in denaro pur di tener lontani dagli uffici i dipendenti. L’incentivo nasce per un doppio scopo: da una parte dare impulso ai consumi, ancora troppo bassi per il paese del Sol Levante, e dall’altra combattere la piaga del superlavoro,  che, pochi giorni fa, ha portato alla morte una giovane giornalista uccisa da un infarto dopo troppe ore di straordinario. Il fenomeno è così diffuso che esiste persino un termine per definire la morte per il troppo lavoro “karoshi” e, proprio di karoshi sono morte ben più di 2000 persone in 18 mesi.

I dati sono allarmanti, anche perché, se è pur vero che ‘chi non lavora non fa l’amore’, bisogna ammettere che se si lavora troppo non si ha il tempo di farlo!

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